Lotta Europea

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mercoledì 16 novembre 2011

Liber(alizz)azione?

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È stato invocato per mesi e come da noi predetto (rileggete "Dal Britannia al bunga bunga" del febbraio scorso) è finalmente arrivato: Mario Monti, ex-commissario europeo, presidente dell’Università Bocconi, dal 2010 presidente europeo della Commissione Trilaterale, membro del comitato direttivo del Gruppo Bilderberg nonché international advisor di Goldman Sachs, è il nuovo presidente del Consiglio. A capo di un esecutivo di soli tecnici, dovrà rassicurare i mercati attuando quanto imposto dalla BCE. Tagli alle pensioni, riduzioni del numero dei dipendenti pubblici e dei loro salari, revisione delle regole su assunzioni e licenziamenti, liberalizzazione dei servizi pubblici, etc. etc.: insomma, le classiche ricette liberiste.
E poi, come accade ad ogni nobildonna decaduta, svendere i propri gioielli di famiglia che seguiranno la strada ultimamente percorsa da Bulgari, Parmalat, Edison e Alitalia: da Roma a Parigi (Sarkozy non per niente se la ride...). Si tratta, cioè, di completare quel processo di privatizzazioni e liberalizzazioni cominciato nel 1992, con l'incontro a bordo del Britannia, e messo in pericolo da quel piccolo incidente di percorso chiamato Silvio Berlusconi. Oggi, caduto il tiranno, può finalmente insediarsi di nuovo a Palazzo Chigi un uomo allevato e cresciuto all’ombra dei vari grembiulini della finanza internazionale. Piccolo particolare rivelatore: nel 1992 le privatizzazioni furono attuate da Mario Draghi, al tempo direttore del Tesoro e oggi presidente proprio di quella BCE che ci detta le ricette da seguire per uscire dalla crisi.
Crisi dietro la quale stanno gli stessi personaggi. Proprio la Goldman Sachs di Monti e Draghi (ma anche di Prodi, che ne è stato consulente), a suo tempo considerata “too big to fail” e quindi tenuta in vita artificialmente grazie ai prestiti statali, sta dietro la bancarotta di Atene, dove si è verificato un cambio di governo sul modello di quello italiano. Infatti, nel 2005, con Draghi vice-presidente, è stata proprio la banca statunitense a rifilare al governo greco gli strumenti finanziari indispensabili per nascondere i debiti e poter entrare nel club euro. Nell’operazione ci mise lo zampino anche Lucas Papadémos, allora membro della Trilateral Commision al pari di Mario Monti e oggi, sempre al pari di Mario Monti, chiamato a risollevare le sorti del suo paese.
Un vero e proprio golpe bianco, dunque, portato a termine aggirando la sovranità di un popolo che, oggi come nel 1945, è sceso in piazza ad acclamare i nuovi vincitori e i nuovi “liberatori”. Sessantacinque anni fa ci regalavano le caramelle, oggi neanche più quelle.

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