Lotta Europea

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sabato 11 dicembre 2010

Da Brest a Vladivostok. Perché l'Eurasia

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Nel 1989 cadeva il muro di Berlino, nel 1990 si riunificavano le due Germanie, nel 1991 si smembrava l'Impero sovietico, si scioglieva il Patto di Varsavia e prendeva avvio la Guerra dei Balcani, causa prima della sparizione della Jugoslavia dagli atlanti. Da allora l'Europa si è ritrovata, ma non si è unita.
La plutocrazia mondiale ha tracciato un solco incolmabile tra Occidente e Oriente, tra Noi e Loro. Ma è un imbroglio.
L'Europa non è un semplice continente, come l'Africa o l'Oceania. L'Europa non è né al di qua, né al di là degli Urali. Geograficamente l'Europa non esiste. E' indistinguibile dall'Asia, di cui altro non è che un subcontinente, meno evidente di quanto sia, nella sua specificità, quello indiano. Essa è solo un promontorio di un'immensa massa geografica.
Eppure l'Europa esiste. Da sempre. O almeno da quando Zeus, sulle spiagge della Fenicia, si trasformò in toro per rapire la figlia del re locale, Europa appunto. Esiste perché ha dei caratteri originari, una sua identità. E' opera degli uomini, non un dono di natura.
Priva di un reale territorio, marcato geograficamente, almeno ad Oriente, essa deve arrivare là dove riesce a difendersi, dove la sua sicurezza e la sua autosufficienza siano assicurate. Deve superare e cancellare i confini imposti Oltreoceano. Superare divisioni e diffidenze che ancora persistono. Da Roma a Bisanzio a Mosca.
Deve farlo se vuole essere, dall'Atlantico al Pacifico, altro che non il "capo d'Asia".

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