Lotta Europea

Lotta Europea

martedì 24 agosto 2010

Il neodimio è l'elemento essenziale per produrre batterie e motori delle auto ibride o elettriche, l'hardware dei computer, i cellulari, le telecamere; il suo ossido è alla base dei magneti che azionano le ali direzionali dei missili di precisione. Con l'europio e l'ittrio si producono, invece, le fibre ottiche e le lampadine a basso consumo energetico. Lo scandio viene utilizzato nelle illuminazioni degli stadi, mentre il prometio nei macchinari ospedalieri di ultima generazione.
Sono solo alcuni dei 17 elementi rari della terra, quelli che nella tavola periodica degli elementi occupano le caselle nelle ultime righe. Alcuni di quegli elementi alla base di gran parte delle tecnologie più promettenti del nostro secolo. Le materie prime del futuro.
17 elementi accumunati da un particolare strategico: il 97% della loro produzione globale avviene in Cina. Pechino possiede nel proprio sottosuolo il 37% delle riserve conosciute, i paesi dell'ex U.R.S.S. il 18%, gli U.S.A. 12%: ma la Russia non ha i mezzi per l'estrazione e l'America, da dodici anni a questa parte, l'ha bloccata in nome della tutela ambientale (spesso questi elementi sono uniti a sostanze radioattive e le loro miniere inquinano le acque circostanti) e avrebbe bisogno di altri 15 anni per riattivarla (a costi ben più alti che in Cina). Così, le grandi multinazionali occidentali (da Philips a Siemens, da da Nokia a Hewlett Packard, da Apple a Sony a Canon) sono costrette ad acquistare a Pechino.
Ma la Cina vende sempre meno e a condizioni sempre più difficili: in primavera ha alzato i dazi sulle esportazioni al 25%, a luglio ha tagliato le quote delle vendite oltre confine del 72%. Ma la decisione più drastica riguarda il prossimo anno: Pechino esporterà solamente il 60% del fabbisogno globale, proponendo, per il resto, alle multinazionali di andare a produrre in casa sua (e le multinazionali in questione accusano il governo cinese di rubare metodicamente il know how dei suoi ospiti).
Insomma, è chiaro il potere e lo strapotere di Pechino su questa fetta di mercato, di nicchia ma di grande valore strategico e geopolitico.
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venerdì 20 agosto 2010

Nonostante le promesse del premio Nobel per la pace, il carcere di Guantanamo è ancora aperto, con circa cinquanta "sospetti" rinchiusi in attesa di processo.
E queste sono ore decisive per il procedimento contro il giovane Omar Khadr, arrestato in Afghanistan dalle forze speciali Usa quando era ancora quindicenne: per la prima volta dal 1945, un minore sarà giudicato da un tribunale militare, e il primato sarà degli Stati Uniti. Come se non bastasse , il presidente del tibunale militare ha stabilito che le confessioni rilasciate dall'imputato nel carcere di Guantanamo sarano ritenute valide ed utilizzate contro di lui, nonostante testimonianze e documenti dimostrino come il ragazzo abbia subito minacce e abusi durante la detenzione perché confessasse: un ufficiale dell'esercito ha confessato che la sua squadra minacciò il ragazzo di stupro collettivo e di morte se non avesse collaborato.
Si è chiuso invece giovedì (con la condanna a 14 anni di prigione) il processo contro Ibrahim Al-Qosi, cuoco cinquantenne di Bin Laden, a seguito di un accordo segreto tra accusa e difesa, che non sarà reso pubblico fino a quando il testo non sarà esaminato dal presidente delle commissioni militari: la prima condanna dell'amministrazione Obama, accompagnata da un accordo segreto e da una sentenza fittizia,si dimostra, insomma, una farsa.
L'ennesima dimostrazione di come il presidente coloured, leader dei democratici e delle anime belle di ogni paese, avvalli nei fatti la politica del suo predecessore Bush in materia di sicurezza nazionale e violazione dei diritti umani: detenzioni illegali e illimitate, tribunali militari speciali, mancanza di trasparenza e omicidi mirati con i droni.
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